In particolare le aperture saranno assicurate per i musei fino a dicembre 2013, mentre per i siti archeologici fino a settembre 2013.
Anche la Pinacoteca Nazionale di Bologna ha aderito al progetto e, dal 27 luglio al 28 dicembre, si potrà visitare in notturna.
Con la collaborazione della Direzione per la Valorizzazione
il Ministero è riuscito a realizzare un progetto pilota che ha
l’obiettivo di diventare un appuntamento stabile per rendere la
fruizione della cultura più ampia possibile e per offrire ai turisti che
visitano il nostro Paese un’opportunità indimenticabile.
“Ho lavorato molto per questo progetto - ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray
– che avvicina i nostri musei agli standard europei e intende
richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull'importanza di questi
luoghi, quali riferimenti essenziali per la promozione dei territori e
dunque significativi veicoli di sviluppo economico. I cittadini e i
turisti avranno la possibilità, fuori dai consueti orari di visita, di
ammirare il patrimonio culturale dell’Italia”.
LA PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA. Ha sede nell'ex noviziato gesuita
di Sant'Ignazio nel quartiere universitario. L'origine delle sue
collezioni, essenzialmente frutto delle soppressioni e delle spoliazioni
di chiese e conventi durante il periodo napoleonico, è però più antica, risalente ai primi decenni del XVIII secolo. Nel 1712 da un'idea del conte Luigi Ferdinando Marsili nasceva infatti l'auspicato “Istituto delle Scienze e delle Arti”
con lo scopo di superare la vecchia struttura corporativa delle arti e
rilanciare un'idea nuova e attiva del movimento delle Accademie che
tanta forza aveva avuto in tutta Europa. Nel 1762 l'Istituto delle
Scienze entrò in possesso di un primo nucleo di dipinti, destinati all'Accademia Clementina. Si trattava della cospicua donazione di Mons. Francesco Zambeccari: il nucleo iniziale da cui avranno seguito ed incremento le raccolte bolognesi.

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