“Si prevede un’annata tra le migliori per qualità dell’ultimo periodo.
Ci sono le condizioni per confermare i nostri traguardi.
L’Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di vino dopo il Veneto
e i nostri vini sono campioni d’esportazione con una crescita nel 2012 del 15%, più del doppio del dato medio nazionale che è stato del 6,5%” - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni,
che ha visitato l’Azienda Cavazza-Isolani a Monte San Pietro.
E tra le novità in arrivo vi sono proprio le nuove Doc e Docg Pignoletto che permetteranno di trasformare quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, in una denominazione strettamente legata a un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna.
“Il Pignoletto – ha spiegato Rabboni - si potrà fare solo qui e qui
dovranno essere fatti gli investimenti”. Secondo Francesco Cavazza
Isolani, titolare dell’azienda e presidente del nuovo Consorzio del
Pignoletto, costituitosi lo scorso maggio, “l’iter per il riconoscimento
dovrebbe chiudersi in tempo per presentare al prossimo Vinitaly le due
nuove denominazioni”.E tra le novità in arrivo vi sono proprio le nuove Doc e Docg Pignoletto che permetteranno di trasformare quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, in una denominazione strettamente legata a un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna.
Un rafforzato legame con il territorio di produzione anche per l’Igt Emilia, il cui nuovo disciplinare (già inviato a Bruxelles) prevede che anche la fase di spumantizzazione di questo Lambrusco debba avvenire esclusivamente nella zona di produzione delle uve, vale a dire nel territorio dell’Emilia-Romagna (esclusa la provincia di Rimini) e in quello delle province di Mantova e Cremona.
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