18 ago 2016

E’ “fuorilegge” fare il bagno nei fiumi

Una norma impone i controlli, ma nelle acque interne non vengono fatti e così non c’è l’ok alla balneazione


Non soltanto le spiagge della costa in questi giorni sono prese d’assalto. 
Anche i fiumi in montagna hanno sempre il loro fascino e per Ferragosto sono stati invasi da turisti in cerca di fresco senza sapere di essere però “fuorilegge”. 
Si, le acque interne dell’Emilia Romagna non sarebbero balneabili. 
Tutte. 
Non si potrebbe fare il bagno. 
Non che alla Ridolla di Premilcuore, un vero paradiso, o alla Brusia di Bocconi, piuttosto che allo Zerbale di Santa Sofia, l’acqua sia inquinata. 
A occhio sembra acqua del rubinetto, in realtà però non lo certifica nessuno. 


In tutto il territorio dell’Emilia-Romagna non esistono acque interne individuate come acque destinate alla balneazione, per cui sui fiumi e laghi della regione non viene effettuato il monitoraggio per la tutela della salute dei bagnanti.
Per questo ci sarebbe un divieto, a meno che non intervenga la massima autorità della salute pubblica, cioè il sindaco, a dire che si può fare il bagno.
In realtà non ci sono ordinanze a proposito e tutta la Regione è “fuorilegge”.
Sono quelle cose all’italiana che restano nel limbo e che nessuno provvede a regolare.
Così come in questo caso.
La balneazione è una cosa seria e viene regolata dal decreto legge 116/2008.
L’Europa chiedeva una normativa e l’Italia l’ha fatta nel 2008, ma poi nessuno si occupa di acque interne. Nei paradisi sopra citati come la Ridolla, La Brusia o lo Zerbale, potrebbero esserci degli stafilococchi oppure l’escheria coli, ma nessuno lo saprà mai perché, a differenza che in mare, non vengono fatti monitoraggi e prelievi.
Ci si dà a occhio, appunto.
L’acqua è bella e ci si tuffa, senza sapere nulla di dove si sguazza perché le analisi non si fanno.
Un gap che nessuno ha mai pensato di dover risolvere.
Gli organi preposti si interessano soltanto della costa e delle foci, ma delle acque interne non si preoccupa nessuno.
Per ciascuna delle acque di balneazione è fissato da parte della Regione Emilia-Romagna un programma di monitoraggio. 
Le date di prelievo sono distribuite lungo tutto il periodo di monitoraggio con un intervallo tra le date di prelievo che non supererà mai la durata di un mese.
Ecco nei fiumi la durata è eterna. 
Nessuno ha mai fatto prelievi, come vorrebbe la norma italiana voluta dall’Europa.
Il famoso "Ce lo chiede l'Europa..".
E allora si può dire che i bagnanti sono fuorilegge, perché se non c’è l’ok delle autorità, l’acqua sarebbe “of limit”.

Nessun commento:

Posta un commento